fbpx

chi sono?

Il mio nome è Valentina. 

Come parlare di me senza consegnarmi a ruoli e categorie? Come raccontare l’Universo che sono – che siamo tutti – senza limitare o circoscrivere il potenziale che sono e che sarò? Quello che posso fare è raccontare di strade percorse, di suggestioni, di sentire nel cuore, di storie per l’anima.

Nasco in una giornata di ottobre del 1985, immersa nella stagione che più amo. Foglie che ingialliscono e cadono, cieli tersi, nebbie mattutine, aria frizzante e anche pioggia a bagnare tutto. Periodo in cui si tirano fuori le prime giacche, gli scarponcini e qualche coperta calda dall’armadio. Tempo di raccolta di castagne, e zucche. Torte di mele, profumo di cannella. Un buon libro sul divano, una vellutata cioccolata calda a intiepidirsi accanto.

Nasco in pianura, a Reggio Emilia, e nelle giornate più terse posso abbracciare con lo sguardo le Alpi in lontananza e, più vicino, l’Appennino. Ampiezza di visuale, apertura, voglia di esplorare mondi. Fin da piccola amo le storie, divoro libri con voracità, mi immergo in universi paralleli in cui tutto può accadere.

Desidero fare l’egittologa prima, la ricercatrice in biotecnologie da premio Nobel poi. Cerco luoghi magici, in cui stare nel silenzio con me stessa, per esplorare le mie profondità e le storie che sgorgano dentro.

Ho un armadio pieno di cappelli, uno per ogni ruolo che ho ricoperto finora. C’è ancora molto spazio da occupare, e non vedo l’ora di scoprire da cosa! Ce n’è uno, usato per tantissimo tempo: quello della figlia. Accanto c’è quello della donna, della madre, della compagna. Mi piace alternarli, e certe volte utilizzo insieme quello della bambina e quello della madre, per giocarci e imparare ad essere la miglior madre possibile anche per la bambina che ero.

Poi ci sono i cappelli che parlano di ciò che ho fatto, studiato e dei tanti lavori che ho svolto. C’è il cappello della laureata in biotecnologie, a cui sono molto affezionata, anche se col tempo si è ristretto un po’.  C’è un cappello da cuoco macrobiotico, da qualche parte, e pure quello da pasticcera vegan. 

E poi, davanti a tutti, quelli che ultimamente utilizzo più spesso: il cappello della formatrice, quello dell’operatrice olistica, quello della life coach. Mi piace alternarli, e capita che ne usi più di uno anche nella stessa giornata!

I portali della nascita dei miei figli hanno portato enormi nuove consapevolezze e una visione più spirituale, olistica (che riguarda l’intero essere vivente) della vita. 

Con gli anni e un costante lavoro su di me sono sempre più vicina all’integrazione di tutte le mie parti.  È un lavoro di scavo e di ricerca costante

Scavi e ricerca, per portare alla luce le storie individuali, le scintille di vita, i pezzi unici che ognuno di noi è. 

Forse, alla fin fine, sto davvero realizzando i miei sogni di bambina. Non nella nuda terra desertica o in un laboratorio bianco, ma nella vita delle persone che mi scelgono per accompagnarli. 

Osservatrice silenziosa delle meraviglie altrui. 

cosa faccio?

Ciò che ti propongo l’ho sperimentato e vissuto in prima persona. 

Attraverso i percorsi individuali si lavora sul cambiamento in profondità, decostruendo schemi e condizionamenti non più funzionali attraverso un mix di tecniche e strategie individualizzate, con l’obiettivo di restituirti a te stesso integro, unificato, con uno sguardo più pulito nei confronti della tua vita. 

Con la formazione aziendale porto un punto di vista nuovo, inedito, che guardi al nostro esistere da un punto di vista sistemico, di responsabilità, partendo dall’epigenetica, che apra nuovi orizzonti di comprensione e il desiderio dei partecipanti di attuare un cambiamento verso la gioia e la felicità.

Desidero raccontare la meraviglia dell’esistenza, e infiammare di passione, essere quel sasso nello stagno che muove gli altri verso il cambiamento, di cui si assumono responsabilità e potere e che accompagno rispettosamente nel percorso di autonomia.

Si guarda al passato, in un’ottica di comprensione e integrazione delle informazioni da un punto di vista epigenetico, cioè come punto di partenza ed eredità ricevuta dal nostro clan famigliare e dalla nostra storia precedente. Questo ci permette di stare nel presente consapevolmente per muovere poi passi diversi nel futuro. 

Trasformazioni interiori che si innestano profondamente in noi, come nuovi germogli, pronti a sbocciare di nuova vita. Un cambiamento che diventa un’abitudine viene scritta nel codice epigenetico e, quando alimentata e nutrita con disciplina e costanza, diventa una vera e propria Evoluzione Radicata In Te.

È qui che nasce il cambiamento. Qui inizia il futuro.

come lo faccio?

perché lo faccio?

Perché la Vita è un’avventura meravigliosa, che merita di essere goduta in ogni istante. 

Perché la bellezza è ovunque e in ogni attimo.

Perché quando si è liberi interiormente è più facile coglierne la bellezza e godere del momento presente. 

Perché desidero che più persone possibili possano approcciarsi alla vita con occhi nuovi, e siano felici e appagati, gioiosi, riscoprendo la passione, la curiosità e la meraviglia, con empatia, usando il cuore ed espandendo il proprio sentire, cambiando i meccanismi di risposta automatici – e dunque l’epigenetica – per sé stessi e le generazioni future.

 

Perché siamo gli attori principali della nostra Esistenza, e abbiamo una Responsabilità grande.

Perché siamo solo di passaggio in questo Mondo, ma dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per rendere Glorioso questo fugace attimo.

Perché il nostro Agire Responsabile è fondamentale per noi stessi, per il pianeta, per chi verrà dopo di noi. 

Perché siamo parte di un sistema.

Perché liberarsi dei propri fardelli interiori ci apre all’Amore, alla gioia, alla bellezza e alla passione e ci rende più consapevoli del nostro potere.

Perché credo in un Mondo Nuovo, in cui Integrità, Etica, Responsabilità e Rispetto sono alla base dell’Azione

Perché voglio farne parte, ed è ciò che voglio lasciare ai miei figli.

Non ti ho raccontato dei miei studi e delle mie formazioni, se vuoi leggerne clicca QUI